Origine della Decennale Eucaristica
detta in Bologna “Festa degli Addobbi”
Storia
Quella della Decennale Eucaristica è una tradizione esclusiva della nostra città ed è strettamente legata alla liturgia delle processioni eucaristiche che venivano celebrate in occasione della festa del Corpus Domini.
Il papa Urbano IV aveva voluto istituire la solennità del Corpus Domini per confermare la presenza di Cristo nell’Eucarestia, a seguito del miracolo avvenuto a Bolsena nel 1263 in cui un prete boemo, dubbioso della reale presenza del corpo di Cristo nell’ostia, ne aveva visto stillare gocce di sangue durante la Consacrazione.
Da Roma la celebrazione di questa festa si diffuse innanzitutto a Bologna, seconda città dello Stato Pontificio, dove si teneva una solenne processione che aveva inizio dalla cattedrale di S. Pietro e alla quale partecipavano tutte le massime autorità civili e religiose. Nel 1566 il cardinale Gabriele Paleotti, che fin dall’inizio del suo episcopato aveva promosso il culto eucaristico istituendo le “Compagnie del SS.mo Sacramento”, concesse anche alle parrocchie urbane che ne facevano domanda l’onore di fare una solenne processione.
Tale funzione aveva luogo nei giorni dell’ottava settimana di Pasqua, esclusi il sabato, che era giorno di mercato, e la domenica che era riservata ai padri Domenicani.
Fu il cardinale Girolamo Boncompagni, arcivescovo di Bologna dal 1651 al 1684, a dare un assetto definitivo all’usanza delle processioni, stabilendo che fossero cinque le parrocchie che ogni anno, con turno Decennale, erano autorizzate a tenere la processione, ciascuna in uno dei cinque giorni dell’ottava.
La situazione rimase immutata fino alla fine del Settecento. Nel secolo successivo, a causa delle soppressioni napoleoniche, il numero delle parrocchie era notevolmente diminuito e l’onore di celebrare la Decennale Eucaristica toccò ogni anno a due parrocchie soltanto.
Nel corso di questo secolo il numero delle parrocchie è progressivamente aumentato e attualmente sono circa dieci le parrocchie che ogni anno celebrano questa solennità.
Folclore
Il termine “addobbi” usato dai bolognesi per contrassegnare questa festa deriva dall’usanza di addobbare le strade lungo cui si snodava la processione: le colonne dei portici erano rivestite di drappi di velluto e di seta multicolori e si stendevano grandi teloni per difendere la processione dal calore del sole. Dappertutto pendevano “zendali” e festoni di alloro; le finestre e i portoni erano ornati con trofei di fiori, lumiere di cristallo e candelabri.
Nelle piazze si innalzavano archi e architetture posticce e si costruivano carri allegorici che illustravano concetti morali legati all’Eucarestia o al santo titolare della Parrocchia.
All’uscita della chiesa i parrocchiani erano accolti dallo scampanio che proveniva dalla torre campanaria dove i maestri del “doppio” bolognese (quel nostro modo, così tipico di suonare le campane!) erano fieri di mostrare tutta la loro maestria.
Sulle strade c’era musica fino a tarda sera e in ogni casa si faceva festa con amici e parenti, mentre le “arzdaure” si prodigavano a confezionare la tradizionale torta di riso (detta anche torta degli addobbi).
La Decennale divenne presto anche un’occasione per lavori di manutenzione straordinaria degli edifici pubblici e privati, a cominciare dalla chiesa. Non si badava a spese e ogni Parrocchia faceva a gara per superare quelle vicine in ristrutturazioni e abbellimenti.
Le Compagnie del Santissimo Sacramento si adoperarono perché ogni chiesa parrocchiale si munisse di arredi e paramenti preziosi, che si conservano ancora oggi a testimonianza dello sforzo anche economico sostenuto da ogni comunità per “dar gloria all’Eucarestia”.
Una particolare attenzione veniva poi riservata ai poveri (orfani, vedove e zitelle…), che grazie alle generose offerte dei parrocchiani venivano provvisti di mezzi e di vestiario.
Una festa tipicamente petroniana dunque, in cui si intrecciano fede, carità, folclore e orgoglio campanilistico.