"E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri".
Questa frase di Madre Teresa di Calcutta è una grande lezione di Carità e ci stimola ad una profonda riflessione.
Carità è Dio stessso, perchè "Dio è amore" (1Gv.4,7-21) Carità che non è "fare del bene", ma rispondere all’Amore di Dio, che in Cristo ha dato la vita perché noi potessimo avere la vita, una vita piena: "noi amiamo perchè Egli ci ha amati per primo" (1GV.4,19).
Tocca a noi quindi fare il primo passo, buttarci in questa “avventura” che è la Carità, avendo uno sguardo amorevole verso "l'altro", in particolar modo verso le persone emarginate - per razza, religione, cultura, classe sociale - avvicinando il "diverso", che una volta incontrato divesro non è, anzi rappresenta una possibilità di arricchimento e di apertura del nostro cuore e della nostra mente.
Compito principale della Commissione Caritas parrocchiale, quale organo del Consiglio Pastorale, è proprio di animare, educare, stimolare la Comunità alla Carità.
Come riuscire a contrastare la cultura dominante materialista, impregnata di individualismo e di egoismo, di non rispetto della vita propria ed altrui, che sfocia molto spesso in indifferenza e in una non assunzione di responsabilità in vari ambiti, dalle istituzioni, alla politica, al sociale e - non da ultimo - nel singolo?
Il cristiano deve avere il coraggio di andare controcorrente, di far prevalere il bene, anche se il male fa tanto più rumore. Occorre quindi essere cristiani appassionati, capaci di cambiare mentalità e stile di vita, attingendo la carica dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia (ricordiamo “i tre pani” della Casa della Carità: Parola - Eucaristia - Carità, inscindibili tra loro).
Naturalmente questa attenzione all’altro si traduce in concreto nel dare, nel limite del possibile, risposte concrete a persone o famiglie (italiane o straniere) che si trovano in situazione di disagio, principalmente economico, aggravato dall’attuale crisi, che prima di essere economico-finanzaria è una crisi etica e morale, quindi molto più difficile da arginare.
La consapevolezza di ciò ci porta a "sentire" che c’è un grande bisogno di relazione, e infatti solitudine è il grande problema del nostro tempo e, di conseguenza, anche della nostra Comunità. Persone anziane, sole e magari ammalate, che hanno “fame” soprattutto di compagnia, di affetto, di un sorriso, di una parola di conforto, di una telefonata che arriva dalla persona giusta al momento giusto.
La solitudine, è il grande male di questa nostra società, frenetica, con ritmi di vita che hanno poco di umano e che non sa più relazionarsi con l’altro; dove anche l’amore, l’affetto, l’amicizia si consumano e poi si gettano. Si dice che per Natale dobbiamo essere tutti più buoni. Facciamo in modo che non sia questa una parentesi nel nostro rapporto con gli altri, ma divenga lo stile di vita di ogni giorno, perché ogni giorno Gesù bussa al nostro cuore, nella persona di chi è in una qualsiasi forma di bisogno. Valeria e la Commissione Caritas