Chi va, chi resta, chi torna...

Ci si attendeva il trasferimento di suor Rita allo scadere dei sei anni di permanenza alla Casa della Carità, ma, a sorpresa, nello scorso anno abbiamo salutato suor Enrica, sostituita da suor Silvia Benedetta. Sapevamo tuttavia che suor Rita non sarebbe rimasta ancora a lungo perché chiamata a prepararsi per andare in Albania ad aprire, a settembre, una nuova Casa della Carità in un piccolo paese, con una minoranza di cristiani guidati da un Vescovo che crede molto nel carisma delle Case della Carità. Foto sr. RitaIn un giorno di neve, suor Augusta, superiora generale della Congregazione delle Carmelitane Minori della Casa della Carità, è arrivata a Corticella dicendo ‘Andiamo?’ e così le valigie pronte da giorni sono state caricate insieme a suor Rosaria, trasferita a San Giovanni in Persiceto e Suor Rita accompagnata a Vetriola da dove più facilmente può raggiungere Reggio Emilia per seguire le lezioni per
l’ apprendimento della lingua albanese.
Cosa dire della permanenza di suor Rita a Corticella?


Se sette anni sono lunghi e densi di avvenimenti in una normale famiglia, alla Casa della Carità gli eventi si moltiplicano e così chi collabora, ma vive all’esterno della Casa, rischia di non ricordare tutto quanto è accaduto di bello, gioioso,maanche di triste e doloroso.
E allora ci si affida a sensazioni, a momenti forti di condivisione di un dolore (la morte di Franca, l’accoglienza e l’assistenza a don Giuseppe, l’assistenza amorevole a Ivan, a Bruna, a Gianni…) per trovare insieme la forza di sorridere e di ringraziare il Signore per quanto si è ricevuto invece di piangere per quanto ci è stato tolto.
Sono lezioni importanti di vita da parte di chi ha avuto la forza e la gioia di rispondere “eccomi!” ad una chiamata definitiva, sicuramente non immune da difficoltà e fatiche.
Fatica fisica per la mole di lavoro, per le notti spesso insonni, fatica mentale per la responsabilità di gestire al meglio la Casa, avendo cura dei singoli ospiti, degli ausiliari, dei collaboratori, dei visitatori occasionali, attingendo forza dalla preghiera che ritma e scandisce il tempo della Casa stessa.
Adesso, mentre combatte con le difficoltà dell’apprendimento dell’albanese, suor Rita ha sicuramente bisogno di essere sostenuta dalla nostra preghiera e dal nostro affetto che dovranno seguirla anche in terra di missione, perché le sia dato di spargere quei semi che le sono affidati e perché le resti la voglia di prorompere in una delle sue spontanee e gioiose risate.
Suor Rosaria è ora a San Giovanni in Persiceto dove Suor Teresa deve subire un intervento chirurgico: immaginiamo che non si risparmierà e che sarà sempre impegnata a rincorrere bucati da lavare, da stendere e da raccogliere, mantenendo un sano senso dell’umorismo. Grazie Rosy!
Nei giorni della neve anche suor Louisette ci ha fatto visita e si è fermata qualche giorno per potere salutare tutti gli amici della Casa prima di rientrare in Madagascar dopo dieci anni di permanenza in Italia.
Suor Silvia non si aspettava e non avrebbe voluto essere nominata responsabile della Casa, ma i voti perpetui, pronunciati nello scorso ottobre, l’hanno evidentemente promossa tra le suore “grandi”.
Non le mancano certo i numeri né lo spirito di iniziativa e si sta ora muovendo con molta autonomia, senza avere timore di chiedere aiuto, ben sapendo che nessuno, potendolo fare, rifiuta di collaborare.
Ed ora ecco un gradito ritorno dopo oltre venticinque anni: suor Alberta! Era stata con noi per molti anni in passato, prima al fianco di suor Gemma poi, suo malgrado, come responsabile della Casa. Con lei abbiamo vissuto molte avventure ed incontrato ospiti preziosi come Margherita o originali comeAnna. Sempre calma , paziente, con il passo tranquillo di chi sembra non abbia nulla da fare e che invece impersona il moto perpetuo di chi trova sempre cose da fare, da sistemare, da riordinare.
Anche ora, che a breve compirà 80 anni, non la si vede mai ferma, sempre occupata con qualcuno o per qualcosa, sempre disposta a sorridere, a rispondere, a ricordare persone ed eventi di una vita condivisa in tempi lontani.
Dopo sei anni vissuti a Montorso in provincia di Vicenza non ha mostrato rimpianto, ma una carezza lieve a un album di foto portatole a ricordo di quella Casa ha rivelato per quanti ha lasciato la certezza che non saranno dimenticati nella sua preghiera.


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